Per Un Bilancio Autenticamente Partecipato A Cesena
Durante la seconda “lezione” di Scuola di Cultura Politica di giovedì 26 giugno (ore 20.45 a Borgo Etico, via Cavalcavia 90), affronteremo il tema del Bilancio Partecipato, che a Cesena non si è mai realizzato.
Parleremo di vera partecipazione, intesa come contributo dei cittadini al governo del territorio, partecipazione divenuta celebre negli anni ’90 grazie a Porto Alegre, città brasiliana di più di un milione di abitanti, che per prima si è cimentata col Bilancio Partecipato.
In Italia, il Bilancio Partecipato si è diffuso – poco e male – più tardi, a partire dalla fine degli anni ’90.
Il bisogno e la crucialità della partecipazione nelle decisioni pubbliche sono attuali anche oggi: da allora però lo scenario nazionale e internazionale è profondamente mutato.
Nello specifico della realtà di un ente pubblico come il Comune di Cesena non è possibile non tenere conto della brusca evoluzione che la finanza locale ha avuto rispetto anche solo a 5 o 6 anni fa.
Se allora si disponeva di ampi margini di libertà nel decidere come spendere le risorse di bilancio, oggi gli spazi di manovra – tra crisi economica, tagli ai trasferimenti e patto di stabilità – sono strettissimi.
Ma le difficoltà possono essere anche occasione di rilancio.
In contesti come quello attuale, segnato da tensione economica, la partecipazione deve diventare ancora più importante.
E’ vero che le risorse di bilancio sono minori, ma, proprio per questo, se l’obiettivo è stimolare la partecipazione autentica dei cittadini, allora partecipare diventa un atto più consapevole e maturo di quanto lo possa essere in periodi di bilanci “spensierati”.
Un atto più consapevole perché riconosce i vincoli di bilancio dell’ente, più maturo perché si fa carico non solo degli onori di spendere, ma anche degli oneri di decidere quali siano gli interventi prioritari e quali non lo siano, dove sia meglio tagliare e dove no.