Il nuovo regolamento priva di fatto i consiglieri di quartiere del loro mandato popolare, legandoli ad uno specifico gruppo consiliare e riducendo la loro autonomia e priva il cittadino della possibilità di scegliere i propri rappresentanti territoriali. Nei fatti il sistema delle “autocandidature” ha trovato un riscontro debolissimo e insufficiente: sono arrivate in tutto 250 autocandidature, di cui solo 80 corredate da un curriculum, per 12 quartieri, insufficienti a coprire l’organico dei Consigli e la necessaria riserva prevista e senza chiari criteri di scelta per i consiglieri.
Il Pd ha mascherato questa modifica del regolamento come necessaria, dovuta a Leggi e spending review, ma questo non trova conferma nelle realtà a noi vicine più piccole in cui, le cui amministrazioni hanno saputo trovare sistemi efficaci per mantenere il necessario sistema elettivo dal basso per i consigli di quartiere, senza gravare sulle casse pubbliche. Si è trattato di una modifica che non poteva essere avallata da una lista civica come “CesenaSiamoNoi”, che ha la partecipazione dal basso come principio fondante e obiettivo di molte iniziative concrete. Questo ha portato alla difficile, ma inevitabile decisione di non nominare i consiglieri di quartiere a cui avremmo avuto diritto.
A due anni dall’avvio e nonostante l’impegno personale dei consiglieri di quartiere, il sistema rivela tutti i propri limiti: emergono in una mozione, cui hanno lavorato gli stessi consigli di quartiere e in cui si chiede, di fatto, sia un maggior ascolto da parte dell’Amministrazione stessa, che spesso preferisce il ricorso a strumenti non regolati né trasparenti come Carta Bianca, senza alcun coordinamento con i consigli di quartiere, sia l’esigenza di un miglioramento del sistema relazionale con i cittadini, che continuano a rivolgersi poco ai quartieri.
I cittadini certamente non vengono coinvolti da un sistema che non hanno scelto, che riceve validazione unicamente da gruppi politici e che spesso è l’amministrazione stessa a delegittimare. Emblematico è il caso Borello, in cui la mancata risposta alle richieste di chiarimenti del Quartiere sulle voci di apertura del centro di accoglienza ha favorito l’aggravarsi di una questione delicata e sminuito il ruolo del Quartiere.
La mozione non osa chiedere una revisione del sistema di nomina attuale ed è stata presentata in Consiglio senza essere approfondita in commissione da tutti i gruppi consiliari, forse temendo ulteriori approfondimenti delle criticità, salvo poi attaccare strumentalmente sui giornali chi è critico nei confronti di questo sistema.
“CesenaSiamoNoi” continua ad essere favorevole al ripristino del precedente sistema elettivo per far partire una valorizzazione necessaria delle funzioni del quartiere: la partecipazione si riattiva a partire dai cittadini, in maniera trasparente e libera da qualsiasi opportunità partitica e manipolazione.
Movimento Cesena SìAmo Noi
24 luglio 2017